Cinema

The Irishman – Una storia americana

The Irishman

The Irishman è il titolo dell’ultima fatica cinematografica del regista Martin Scorsese (link al trailer italiano). Il film, presentato in anteprima assoluta il 27 Settembre 2019 al New York Film Festival, è tratto dal libro di Charles Brandt I heard you paint houses, basato a sua volta sulle memorie del sindacalista (e mafioso) statunitense ma di origini irlandesi Frank Sheeran, nella pellicola magistralmente interpretato da Robert De Niro.

La storia

Il film inizia con Sheeran che, ormai piuttosto anziano, vive in una casa di riposo, da dove racconta la propria storia alternando alla narrazione di un viaggio compiuto insieme al suo capo, il mafioso italoamericano Russell Bufalino, continui flashback sull’inizio e sull’evoluzione della sua carriera criminale. Nato nel 1920 nei pressi di Philadelphia, in Pennsylvania, Sheeran era figlio di un imbianchino e, nonostante inizialmente fosse un camionista, a suo modo ha ugualmente seguito le orme del padre.

Il titolo dell’opera di Brandt, che compare anche nelle scene iniziali del film, ha infatti un significato tanto cinico quanto suggestivo: “ho sentito che imbianchi case” si riferisce proprio alla necessità di ripulire le pareti di un appartamento in seguito ad un omicidio compiuto al suo interno. Sheeran, infatti, entra quasi per caso a contatto con le famiglie mafiose di Cosa Nostra statunitense e diventa il sicario più fidato di Bufalino, interpretato da Joe Pesci. Le “capacità” di Sheeran attirano l’interesse di Jimmy Hoffa, fondatore e leader del sindacato IBT, che nel film ha il volto dell’ultima star che completa il poker d’assi di questo film, Al Pacino.

Non il solito gangster movie

Scorsese, De Niro, Al Pacino, Joe Pesci: leggendo i nomi di regista e cast si potrebbe quasi avere l’idea che questo film sia una semplice trovata commerciale per i nostalgici dei gangster movie anni ’80 e ‘90, un lavoro quasi superfluo in confronto a capolavori passati come Quei bravi ragazzi. The Irishman è in realtà un film assolutamente essenziale, tecnicamente perfetto e con questa ennesima magistrale regia Scorsese ancora una volta ha superato se stesso: le storie criminali a cui siamo abituati, infatti, sono quasi sempre state contraddistinte dalla fine tragica e prematura dei protagonisti, la cui spasmodica rincorsa al potere veniva frenata da una morte violenta; in questo caso, invece, il destino dei protagonisti è molto diverso, quasi tutti invecchiano fino a una morte naturale e, soprattutto, in solitudine.

L’epica del gangster che muore da anti-eroe sulla strada per il successo viene dunque meno; alle scene sporche, ruvide e cariche di adrenalina tipiche di questi film, Scorsese sostituisce inquadrature eccezionalmente pulite che conducono lo spettatore nel profondo della malinconia e della rassegnazione dei protagonisti e del loro epilogo piuttosto poco glamour.

Un cast di attori intramontabili

Il protagonista, Robert De Niro, in questo film più che in altri trasmette la sensazione di essere quasi “eterno”; lo si vede prima nei panni di un giovane camionista, poi in quelli di un faccendiere di mezza età che finisce addirittura per diventare presidente di sezione di uno dei sindacati più importanti d’America e, infine, nelle vesti di un anziano triste e solo, sulla via del tramonto. L’eccezionalità sta nel fatto che nelle scene in cui è ritratto il giovane Frank Sheeran sembra quasi di rivedere il De Niro di Quei bravi ragazzi;  questa sensazione non è per nulla casuale, in quanto Scorsese ha nuovamente fatto girare a De Niro alcune scene di quel film proprio per valutare l’accuratezza degli effetti di ringiovanimento sul protagonista. In ogni caso, non sarà soltanto questo film a rendere la carriera di Robert De Niro un’opera d’arte senza tempo.

La seconda stella di questo film è l’iconico Joe Pesci, che invecchiando migliora come uno dei più pregiati vini d’annata: magistrale la sua interpretazione di Russell Bufalino, socio in affari del mafioso Angelo Bruno, interpretato a sua volta in maniera eccezionale da un’altra leggenda del cinema, Harvey Keitel.

Per ultimo, ma non perché meno importante, c’è Al Pacino: il suo personaggio, Jimmy Hoffa, è stato uno dei sindacalisti più importanti degli Stati Uniti fino alla condanna per corruzione nel 1964. Hoffa, infatti, intratteneva diversi rapporti con la mafia americana per rafforzare la posizione del proprio sindacato e non poteva esserci volto migliore di quello di Al Pacino per un personaggio simile, coerente con se stesso e testardo al punto da portare all’estremo le conseguenze delle proprie scelte. Nelle vesti indossate da Al Pacino in questo film sembra quasi di rivedere l’incosciente ostinazione nell’affrontare i propri nemici propria di un altro suo iconico personaggio, ovvero il Tony Montana di Scarface: se non fosse morto crivellato di colpi dai sicari avversari potremmo immaginarlo proprio così, il vecchio Tony, cocciuto e coraggiosamente ingenuo come il Jimmy Hoffa rappresentato in questo film.

Meritano una menzione speciale le scene in cui Al Pacino e Robert De Niro interpretano insieme il rapporto di amicizia venutosi a creare tra Jimmy Hoffa e Frank Sheeran: una perla incredibilmente preziosa per i fan dei due attori.

I riferimenti storici

La vicenda personale di Frank Sheeran ripercorre quasi tutti i principali eventi della storia americana dello scorso secolo. Tra questi spicca l’episodio della morte del Presidente John Fitzgerald Kennedy, assassinato a Dallas il 22 Novembre 1963 da Lee Harvey Oswald. Stando alla ricostruzione fornita da Sheeran all’interno delle sue memorie, dietro l’omicidio del Presidente ci sarebbe ben altro che un semplice uomo mentalmente instabile; ovviamente, nulla di quanto riportato da Sheeran e descritto nel film può essere al momento ritenuto estremamente attendibile, nonostante la chiave di lettura dei fatti che emerge da questa narrazione possa essere assolutamente valida.

La distribuzione del film

La produzione di The Irishman, a causa dei suoi costi piuttosto elevati, è passata dalla Paramount Pictures a Netflix; questo, potremmo dire, è un altro segno dei tempi che cambiano anche nell’industria cinematografica. Di conseguenza, in tutto il mondo la proiezione di questo film è stata riservata ad un numero ristretto di sale e per un limitato numero di spettacoli; in Italia, ad esempio è stato possibile vederlo al cinema in lingua originale dal 4 al 6 Novembre, salvo prolungamenti che sono stati concessi in alcuni casi. Dal 27 Novembre, invece, The Irishman è disponibile su Netflix in tutto il mondo.

Duilio Rega

(In copertina la locandina ufficiale di The Irishman, di Martin Scorsese)

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