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Iodegradabile – Tutto è bene quello che finisce

Iodegradabile

Hai paura del cambiamento? Non riesci ad accettare l’idea che tutto ciò a cui tieni, ciò che consideri amore, lavoro, progetti, sicurezze della tua vita probabilmente sono destinati a finire?


Iodegradabile di Willie Peyote è lo schiaffo in faccia di cui hai bisogno. Che poi, “finire” forse non è il termine giusto in questo caso. Più appropriata è invece la metafora raffigurata nella copertina del disco: la faccia del rapper impacchettata con tanto di etichetta “da consumarsi preferibilmente entro”. L’immagine rappresenta a pieno il tema di questo concept album: abbiamo tutti una data di scadenza.

Un Rap che osa, a partire dalle strumentali

L’intero lavoro, prodotto da Frank Sativa, con la partecipazione compositiva/musicale degli All Done band, vede una sonorità quasi del tutto nuova nella scena e regala l’unione di testi impegnati, sia a livello di contenuto che di forma, con strumentali altrettanto elevate. Il genere, infatti, si muove tra uno stile rock anni ‘90 di chitarre distorte, ritmi spagnoleggianti, blues, e anche qualche nostalgico e dritto 4/4, per non mancare fede al mondo Hip hop in cui Willie si è formato.

Il leitmotiv che accompagna la maggior parte dei testi è ironico e tocca molti aspetti importanti: i rapporti amorosi, la routine, la dipendenza da consumismo e social network. Non manca di riferimenti alla politica tra governo del cambiamento, citato nella traccia Mostro, questione della legittima difesa, stereotipi sull’immigrazione e altre diatribe toccate indirettamente, ma con una pungente ironia. Tutto ciò costringe perlomeno alla riflessione, visto che la comprensione globale non è scontata. 

Vivere in “cattività”

Il tema principale delle canzoni riflette sul rapporto che l’uomo ha con il tempo, i rapporti che ha con la fine e con la scadenza delle cose, in una società in cui ormai tutto invecchia prima facciamo i conti con il rischio di diventare anche noi stessi “da buttare”, insieme a tutto quello che periodicamente acquistiamo e di cui periodicamente ci stufiamo. L’estremismo con cui siamo consumatori ci ha portato a diventare consumabili; facciamo parte di un catalogo e siamo noi stessi a vendere il prodotto, canta Willie, paragonando i social a vere e proprie vetrine dove esporci come oggetti, in attesa di cosa? Per l’approvazione di chi?

Pura distrazione. La frenesia con cui viviamo, tutti gli stimoli da cui, quotidianamente, ci lasciamo bombardare, pure distrazioni. Abbiamo paura di fermarci a riflettere, di ascoltare e di ascoltarci; intanto aumentano le patologie legate all’ansia e aumenta la vendita di psicofarmaci, tutto di nascosto perché l’instabilità mentale è un tabù in una società dove, all’apparenza, l’uomo medio possiede tutti i mezzi per essere felice. Difatti continua quasi senza accorgersi. Canta queste parole il ritornello della nona traccia dell’album, Cattività, e tratta appunto dell’uomo che troppo spesso scambia per libertà ciò che in realtà è schiavitù.

Willie parla in terza persona e non c’è ironia di fondo, sembrano gesti di delicatezza. La strumentale della fine lascia protagonista da sola la chitarra acustica con il giro in minore del pezzo, e poi si aggiungono basso, batteria, un tappeto di chitarra elettrica e tastiera. È un crescendo graduale, dalla testa arriva a prendere lo stomaco e lascia per un attimo il corpo immobile. Cova dentro di sé la realizzazione, il bisogno di fuggire via da questa prigione, almeno con il pensiero. Possiamo quasi paragonarla ad una moderna Il treno ha fischiato, che vedrebbe il rapper in vesti pirandelliane.

Da consumarCI preferibilmente entro   

La routine viene anche dipinta nel disco come la peggior nemica dei rapporti amorosi, viviamo nell’era dei divorzi e dei rapporti sentimentali precari in cui al primo ostacolo abbandoniamo la partita scegliendo di iniziarne una nuova da un’altra parte. Diamo la colpa all’amore che, come tutte le cose, inevitabilmente finisce, ma siamo noi, in mezzo ai nostri giorni tutti uguali, che preferiamo cambiare le persone intorno pur di non cambiare. Non abbiamo abbastanza coraggio per conoscerci a fondo, tanto meno ne abbiamo per conoscere veramente qualcun altro, è molto più facile restare in superficie. L’amore è fare uno spettacolo, canta il ritornello della traccia conclusiva, Semaforo, perché è un continuo dimostrare di essere all’altezza delle aspettative, vista la facilità e l’abitudine di sostituire tutto.  

È in mezzo a tutto questo che Willie ci regala La tua futura ex moglie: singolo che per primo ha anticipato l’uscita del disco e che rappresenta per il rapper anche l’esordio in radio. Riconosciamo qui il ritorno di un cinicamente melenso “Willie pooh”. La canzone sembra avere i filtri blu del film Eternal sunshine of the spotless mind, con il quale condivide la malinconia e il realismo di una favola d’amore vissuta con la dolorosa consapevolezza di essere ambientata nella realtà. Nel brano viene citata Come te di Fabri fibra e il Portami via da qua con te dell’inizio lascia poco dopo spazio al preso in prestito.

Andrai comunque, andrai come se n’è andato chiunque, per come sei potresti andare ovunque.

Fabri Fibra
Scena tratta dal videoclip di La tua futura ex moglie.

Iodegradabile, per menti frigorifere capaci di conservare

Nonostante gli argomenti siano attuali, il tema del tempo è ricorrente nella storia del pensiero umano, è trattato periodicamente da letterati e filosofi e lascia sempre in ognuno di noi un interrogativo: lo scorrere imperterrito delle cose è nostro nemico o può essere anche un nostro alleato? L’attenuarsi del dolore, lo spegnimento della felicità, tutto è dettato dal tempo che sembra prendersi gioco della fatica con cui proviamo a realizzarci, tutto è vano se si pensa che l’unica cosa certa è che, prima o poi, moriremo. Sapessimo il tempo che ci resta, sapremmo davvero usarlo meglio?, Domanda la voce femminile nell’introduzione del disco e dovrebbe rimbombare nella testa di tutti noi quando rinunciamo ad un cambiamento per paura e lasciamo che sia la società a guidare meccanicamente la nostra esistenza.

Tutto è bene quello che finisce, eppure ci sono cose che restano attuali, come questo disco, che dopo più ascolti mi lascia con tante domande ma con una certezza: le sue parole sono come il sale, posso tenerle in dispensa per anni, ma non scadranno mai.

Maddalena Ansaloni

(In copertina la locandina di Iodegradabile, di Willie Peyote)


Ascolta La tua futura ex moglie, di Willie Peyote:


Per approfondire, le altre recensioni di musica di Maddalena Ansaloni.

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