In occasione della conferenza tenutasi al centro GRAF di via San Donato, “Cambiamenti climatici: cause, effetti e rimedi“, abbiamo avuto l’occasione di intervistare il responsabile del centro clima ARPAE dell’Emilia Romagna, Vittorio Marletto, con cui abbiamo discusso dei principali motivi che hanno portato alla crisi climatica e ambientale che oggi tutti conosciamo e contro la quale dobbiamo combattere per assicurare un mondo più vivibile per noi e per le future generazioni. Abbiamo trattato anche delle conseguenze che i cambiamenti climatici potrebbero provocare e dei rimedi che consentirebbero di diminuire o quantomeno di decelerare il corso degli eventi futuri dal punto di vista climatico e ambientale.
Stefano Maggio
Dottor Marletto, ritiene che oggi il tema dei cambiamenti climatici sia sufficientemente trattato dai media nazionali e internazionali?
È trattato in modo contraddittorio, ci sono molti articoli di giornale che approfondiscono la questione, ma è necessaria una vera e propria divulgazione di massa, utilizzando la televisione e altri media, in modo che siano milioni gli italiani interessati e sensibili a tale argomento.
Il problema dell’inquinamento atmosferico è al centro di numerosi dibattiti. Può dirci brevemente la situazione nell’area urbana di Bologna, in provincia e in regione?
L’inquinamento atmosferico è leggermente diverso dal cambiamento climatico; esso ha a che fare con la qualità dell’aria, un argomento che è legato alla salute, e che tocca da vicino chiunque abiti nell’area della val Padana. Io mi occupo più che altro delle emissioni di anidride carbonica, un gas serra, nell’atmosfera, che non è di per sè dannosa per la salute. Altri gas serra sono importanti per il cambiamento climatico e sono di origine prevalentemente agricola. Alcune attività agricole, come ad esempio la concimazione dei terreni, oltre a causare l’aumento della concentrazione di gas serra, possono generare emissioni di ammoniaca, una sostanza che può creare problemi, perché influisce sulla qualità dell’aria ed è un precursore delle polveri sottili. Potremmo dire che i due problemi sono collegati, ma non direttamente sovrapponibili.
Tutti gli occhi del paese sono concentrati sul nuovo governo M5S-PD, che avrà, tra le altre, anche questa tematica da affrontare. Quali saranno, secondo lei, le prime misure che questo nuovo governo adotterà, per prevenire i rischi del cambiamento climatico?
Noi abbiamo sottoscritto insieme ad altre nazioni il trattato globale sul clima, a Parigi, nel 2015. Abbiamo dunque degli obblighi, indipendentemente dal governo in questione, nei confronti dell’UE, che ha stabilito, tra gli obiettivi, la riduzione delle emissioni dei gas serra entro il 2030, in previsione dei decenni successivi. In sostanza è necessario che tutti i governanti pianifichino e attuino dei tagli alle emissioni. In generale il problema è legato all’energia, perché noi consumiamo una grandissima quantità di combustibili fossili, che a sua volta genera una notevole quantità di anidride carbonica. Bisognerebbe dunque dare attuazione ad un piano nazionale Energia-Clima.
L’ultima versione di questo piano risale al governo precedente, ma è stata respinta dall’UE perché ritenuta insufficiente; bisogna intraprendere quindi misure drastiche, nelle quali risorse come petrolio, carbone, gas devono essere rapidamente abbandonate. I tema da trattare sono ad esempio come generare ulteriore energia elettrica in maniera rinnovabile, come aumentare il parco di impianti solari ed eolici, perché il nostro paese gode di moltissima luce solare e molto vento, e come sostituire o spegnere le centrali termoelettriche attualmente ancora in funzione; in Italia ce ne sono ancora una decina, alimentate a carbone, un fattore sicuramente incompatibile e che non aiuta nella nostra lotta contro i cambiamenti climatici, perché il carbone emette una grandissima quantità di CO2 per ogni unità di energia prodotta.
La cosa che più fa piacere di questi ultimi tempi è il fatto che molti giovani si stanno rendendo conto dei rischi che il nostro pianeta corre, grazie anche all’azione di coinvolgimento promossa da Greta Thunberg. Lei quanto è soddisfatto di queste proteste studentesche a favore della prevenzione dai cambiamenti climatici?
Io sono davvero molto grato a questa ragazza svedese, perché parla in maniera semplice e chiara, chiedendo ai governanti di dare retta agli scienziati, i quali stanno avvisando, sia i governi sia le organizzazioni internazionali, da decenni i rischi che corriamo, dei rischi che se continuiamo ad ignorare, possono diventare assolutamente ingovernabili. Questa giovane, da sola e con estrema semplicità, è riuscita a scatenare un’attenzione su questo problema che molti scienziati in precedenza avevano tentato inutilmente di promuovere.
Lei, grazie all’idea dello sciopero del clima, è diventata famosa e l’intera vicenda ha appassionato milioni di persone in giro per il mondo, soprattutto giovani. La cosa che chiedo è che i ragazzi, oltre a partecipare a questi scioperi, per prevenire questo rischio, si documentino ancor più seriamente, perché chi dà retta a coloro che si illudono che il mondo si possa cambiare, rinunciando ad alcuni cibi o piantando degli alberelli, evidentemente si sottomette al volere di chi il pianeta desidera solo inquinarlo, cioè le industrie energetiche, che ormai ‘spacciano’ il carbonio, e sono i principali responsabili di questa drammatica situazione.
Quali sono, secondo lei , i gesti che ognuno nel suo piccolo dovrebbe adottare per prevenire i rischi del cambiamento climatico?
Innanzitutto bisognerebbe che ciascuno di noi si sforzasse per ridurre la propria “impronta di carbonio” (carbon footprint). Molti cercano di organizzarsi per vivere senza l’automobile e grazie a ciò l’impronta di carbonio si ridurrebbe notevolmente. Anche lo svago, a cui noi dedichiamo gran parte del nostro tempo, necessita di soluzioni più ecologiche. I viaggi in aereo, o le crociere, un must di questi tempi, sono ecologicamente scorretti, perché l’aereo, purché imprescindibile come mezzo di trasporto, inquina molto l’atmosfera e vi rilascia un enorme quantità di carbonio, mentre le navi da crociera, anch’esse estremamente inquinanti, sono pericolose per l’ambiente, in particolare per gli ecosistemi marini.
In generale ciò che serve davvero per avere risposte concrete su questo tema, è protestare, ossia fare pressione sui governanti per prendere soluzioni positive per l’ambiente, perché anche una sola decisione sbagliata può compromettere gli sforzi di migliaia di individui. Tali problemi si risolvono solo affidandosi alla mano sapiente di chi conosce davvero i rischi che l’umanità corre, e a chi è in grado di garantire una svolta seria alle misure di prevenzione dai cambiamenti climatici. Allo stesso tempo va adottato uno stile di vita quotidiana sano e rispettoso dell’ambiente, tendendo ad eliminare prodotti usa e getta, riducendo il quantitativo di plastica e privilegiando mezzi di trasporto più ecosostenibili; tutto ciò andrebbe a favore di un futuro con scenari climatici ambientali meno drammatici e più vivibili dalla comunità.
Quale appello vuole fare ai giovani per sensibilizzarli e per aiutarli a diffondere ancora di più il tema della prevenzione dai cambiamenti climatici?
Io sono convinto che i ragazzi debbano, in primis, informarsi; i giornali e i libri di divulgazione scientifica pullulano di informazioni e nozioni su questo argomento; ciò permetterebbe loro di sviluppare una propria opinione in merito e di sforzarsi ancora di più nella lotta contro i cambiamenti climatici. Inoltre è necessario che i giovani realmente interessati a questo delicato tema, oltre a cercare informazioni da scienziati e personale competente in materia, continuino ad insistere nella loro protesta e a mettere sotto pressione le autorità, partendo da quelle familiari per arrivare a quelle scolastiche, comunali e statali, affinché si arrivi a comprendere davvero i rischi che il nostro pianeta potrebbe correre in futuro.
Stefano Maggio
(In copertina L.W. da Unsplash)
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