Cronaca

Il nuovo test di Medicina

Il nuovo test di Medicina

Nonostante a novembre dell’anno scorso fosse circolata l’ipotesi – clamorosa – di un imminente superamento del numero chiuso a Medicina, il ministro Marco Bussetti (Istruzione, Università e Ricerca), unitamente al ministro Giulia Grillo (Sanità), che pure desiderava aprire la facoltà a tutti gli iscritti, è riuscito nel suo intento solo a metà: quest’anno i posti disponibili per il concorso sono aumentati del 18%, passando da 9.779 a 11.568; per gli atenei italiani, specie nel Mezzogiorno, non è stato però possibile sostenere un onere maggiore a causa della mancanza di spazi e personale.

Pertanto, a dispetto delle numerose proteste di associazioni studentesche, in primis FGC, UDU e Link – Coordinamento Universitario, e dei numerosi ricorsi già annunciati da sindacati e privati, anche quest’anno 68.694 ragazzi hanno affrontato il famigerato test di Medicina.

Nella mattinata di ieri, alle 11:00 in punto, migliaia di aspiranti medici si sono cimentati in 60 quesiti a cui rispondere in 100 minuti di tempo, ripartiti tra logica (10), biologia (18), chimica (12), fisica e matematica (8) e cultura generale. Proprio quest’ultima categoria, rispetto all’anno scorso, ha conosciuto un notevole incremento, passando da 2 a 12 quesiti, e acquisendo in tal modo un’importanza non secondaria nella prova. La novità pare abbia scontentato gli studenti, che avrebbero preferito le 20 domande assegnate a logica l’anno scorso. Fra i candidati, solo un’esigua parte (16,8%) passerà: la percentuale, incrementata rispetto allo scorso anno (14,6%), resta ancora molto bassa rispetto a quanto auspicato da Palazzo Chigi.

Per quanto riguarda la prova nello specifico, Tesbusters, un’associazione che organizza corsi in preparazione ai test di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria in tutta Italia, tramite il suo sito Facebook (link) ha diffuso il proprio parere sulla prova. Nel comunicato si legge che le domande più complicate riguardavano Biologia, seguita da Chimica e Fisica e Matematica. A proposito di cultura generale, invece, la sensazione è che i quesiti fossero alla portata di tutti gli studenti.

Mentre nel pomeriggio di ieri il MIUR procedeva alla pubblicazione Internet del testo della prova, cominciavano a circolare i primi pronostici riguardo il punteggio minimo necessario per entrare: rispetto all’anno scorso, quando servivano 43,2 punti per passare, il numero potrebbe alzarsi fino a 49.

In ogni caso, però, è troppo presto per avere notizie certe: i primi risultati si conosceranno soltanto il 17 settembre, con la pubblicazione dei punteggi anonimi ai quali gli studenti potranno accedere tramite il codice etichetta consegnato all’esame. Dieci giorni dopo, il 27 settembre, saranno rese disponibili le correzioni degli elaborati, seguite a breve distanza dalla pubblicazione, il primo ottobre, della graduatoria nominativa nazionale.

Come tutti gli anni, non tarderanno ad arrivare le denunce contro presunte irregolarità nello svolgimento del concorso: i motivi spaziano dai più seri (errata consegna delle prove, studenti che copiano) ai più pretestuosi (il livello troppo alto del condizionatore). Tra le motivazioni più importanti potrebbe rientrare la risposta a uno degli ultimi quesiti del test, che un gran numero di candidati ha giudicato ambigua.

Mentre la politica italiana procede nella risoluzione della recente crisi di governo, pare inevitabile domandarsi se il futuro ministro dell’Istruzione, chiunque sia, deciderà di modificare ulteriormente il programma ad accesso controllato della facoltà di Medicina. Da tempo si parla di un adattamento al cosiddetto “metodo francese“, che sposterebbe la prova di selezione dei candidati alla fine del primo anno di frequentazione: un metodo forse più giusto, certo, ma che non risolve in maniera decisiva la crisi del settore sanitario in Italia.

Come già detto in precedenza, la soluzione consisterebbe non tanto nell’abolizione del numero chiuso quanto nell’investimento sul percorso post-laurea dello studente, in particolare per quanto riguarda specialità e borse di studio. Ovviamente l’opzione si concretizzerebbe in un grande sforzo in termini economici, e questa pare appunto la vera ragione per cui, anziché ascoltare la voce dei sindacati di settore – come ANAAO Assomed – il mondo politico continua a giostrarsi proponendo riforme che sembrano piuttosto specchietti per allodole.

Francesco Faccioli

Sull'autore

Nato nel 2001, vivo in montagna – e vista l'aria che tira non ho fretta di trasferirmi. Con ogni probabilità sono l'unico studente di Lettere Antiche ad apprezzare sia Tha Supreme che Beethoven. Da fuori posso sembrare burbero, ma in realtà sono il più buono (e modesto) della redazione.
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