Cultura

Come aprire un giornale online

Come aprire un giornale online

La prima domanda che sorge spontanea con un titolo del genere è “A cosa serve creare un nuovo giornale, soprattutto in tempi come questi, in cui ogni tipo di contenuto è raggiungibile – letteralmente – da tutti in qualsiasi momento?”. L’idealista risponderebbe “per offrire ai lettori la mia visione del mondo”; l’ottimista che “i contenuti di qualità avranno lo spazio che meritano”; il complottista con spavalderia pontificherà su una battaglia da combattere, senza se e senza ma, contro i “poteri forti” che controllano l’informazione e che “ci mostrano solo quello che vogliono”; mentre al realista basterà avere l’occasione di far emergere la propria voce, nel magma liquido del mondo contemporaneo. Qualunque sia la vostra visione del mondo, di voi e del vostro operato, la cosa più importante non è allinearsi alle tendenze o cercare a tutti i costi di andare controcorrente; no, il segreto è soltanto avere in testa un’idea chiara. E seguirla.

La prima cosa da fare quando si decide di aprire un nuovo giornale (racconteremo l’iter per crearne uno “online” per comodità, ma nulla vieta di aprirlo anche in forma cartacea, tenendo però ben presente che, nel caso, aumentano in modo esponenziale costi e problemi) è, verrebbe da dire con ideale romantico, sapere per cosa si combatte. Che siano diritti da far rispettare, lettori da tenere informati, opinioni da sventolare con forza o fatti da denunciare; prima di tutto bisogna decidere il taglio che avrà il giornale, se sarà generalista o se tratterà una nicchia ristretta di argomenti (e, nel primo caso vige l’ormai banale ma necessaria regola dello “scrivi solo quello che conosci o informati abbastanza per arrivare a conoscerlo bene”). La base è questa. Tutto il resto viene dopo. E proprio quel “tutto il resto” è ciò di cui parleremo oggi, riassumendolo in quattro concetti chiave che vi guideranno all’apertura di una nuova testata:

  1. Motivare per crescere insieme
  2. Concordare obiettivi raggiungibili
  3. Affidare a ciascuno un ruolo diverso
  4. Produrre contenuti di qualità

1. Motivare per crescere insieme

Non fatevi ingannare dalle apparenze: anche per un giornale di piccole dimensioni la mole di lavoro può assumere dimensioni colossali e diventare un peso enorme se ricade sulle spalle di una sola persona, che si trova a dover gestire senza l’appoggio e il sostegno di altri un progetto tanto vasto. E la gestione, lo ricordiamo ancora una volta, non è solo “rose e fiori”, non si tratta di un elenco di obiettivi raggiunti, intuizioni geniali, applausi e complimenti; certo, in parte può anche essere costituita da queste cose, eppure, la parte più importante è un’altra: “gestire” deriva dal latino gestus, “fare dei gesti parlando”, “mostrare con le azioni del corpo i propri sentimenti”. Ecco, “solo” questo: non basta limitarsi a parlare, ma bisogna agire coi fatti.

L’antico proverbio “l’unione fa la forza” in un contesto come questo non rappresenta dunque soltanto l’ideale a cui tendere, ma, piuttosto, la regola più importante, l’imperativo necessario e irrevocabile, il punto di riferimento dell’intera organizzazione. Un buon direttore deve essere in grado di radunare una squadra competente e professionalmente adatta a lavorare in gruppo, deve fare da mediatore tra i suoi diversi componenti e trovare il posto giusto per ogni persona. Le parole chiave del suo operato saranno “convincere”, “appassionare” e “motivare”: convincere i futuri membri a entrare a far parte del progetto, appassionarli al lavoro che fanno (anche alla solita e noiosa routine che si crea, purtroppo, in ogni genere di attività) e motivarli per cercare di raggiungere risultati sempre più ambiziosi. Alzare l’asticella ogni giorno di un centimetro in più, per porre le basi necessarie a costruire un intero grattacielo. Niente di più, nulla di meno.

2. Concordare obiettivi raggiungibili

Una volta messa insieme una squadra, però, bisogna imparare a conoscerla meglio: ogni gruppo, infatti, si differenzia per la somma delle capacità dei suoi membri, che ne delineano punti di forza e debolezze. Proprio come in un videogioco, il direttore deve studiare le caratteristiche di ogni collaboratore, focalizzandosi sulle sue qualità migliori per assegnargli un posto adatto. Qualora siano richiesti livelli di competenze e impegno molto differenti, inoltre, sarà necessario pensare a figure in grado di coordinare le attività e mantenere intatta la coesione dei componenti.

Va anche privilegiato l’equilibrio generale della squadra, ponendo attenzione a bilanciare le energie in tutti i settori in cui sarà diviso il lavoro. Inoltre, è importante conoscere la composizione di un gruppo per porre obiettivi in linea con le proprie possibilità: traguardi troppo semplici potrebbero non essere presi sul serio, mentre una meta troppo ambiziosa corre il rischio di scoraggiare gli animi. È inutile e improduttivo puntare da subito a obiettivi impossibili: non si scala una montagna dall’oggi al domani, ma con costanza e impegno nel lavoro quotidiano commisurato ai limiti di ciascuno. Conoscere questi limiti, per un direttore, significa avere la possibilità di far lavorare al meglio il proprio gruppo; al contrario, non conoscerli può rivelarsi un pericoloso tallone di Achille.

Sopra “Progetti”, immagine di Free-Photos da Pixabay 

3. Affidare a ciascuno un ruolo diverso

Uno degli elementi più importanti per fare in modo che una redazione funzioni è la decisione di una gerarchia interna, affidare dei ruoli (più o meno mobili) e dare dei punti di riferimento agli autori. Tre sono le figure chiave, necessarie e fondamentali: un direttore, un caporedattore e un social media manager. Il primo si occuperà di trovare i fondi per finanziare le attività del vostro giornale online, gestirà la maggior parte dei contatti tra le persone coinvolte e farà in modo che ogni autore, ogni grafico e ogni collaboratore possa lavorare al meglio all’interno del progetto comune. Il secondo invece gestirà nel dettaglio la redazione, curerà gli articoli in uscita, deciderà mese per mese la scaletta e si preoccuperà anche di coordinare le attività di autori, editor, correttori di bozze e giornalisti.

L’ultimo invece, il social media manager, penserà alla presenza del giornale su internet, prima di tutto dal punto di vista del sito e della sua grafica e poi, altro elemento fondamentale, per quanto riguarda la comunicazione adottata per i social (i più importanti sono Facebook e Instagram, e sono anche quelli da cui consigliamo di iniziare; poi, per giornali più grandi, ci sono tante altre possibilità, da Twitter a Telegram, fino a piattaforme meno conosciute dal pubblico, ma più focalizzate su contenuti specifici).

4. Produrre contenuti di qualità

Naturalmente, una redazione di giornalisti indipendente è ben diversa da una grande testata: non potendo contare su molte persone né su capitali ingenti, il suo lavoro dovrà concentrarsi su altri obiettivi. Sarebbe impossibile, infatti, occuparsi della preparazione di decine di articoli al giorno, specie se riferiti a episodi di cronaca o di attualità. Ecco, allora, che la qualità degli articoli acquista un ruolo centrale in questo discorso: i pezzi migliori sono i principali promotori della testata, il suo biglietto da visita, ciò che le consente, nel tempo, di costruirsi una credibilità di fronte a un pubblico di lettori.

Proprio per questa ragione, è indispensabile poter fare affidamento su un valido gruppo di editor, capace di far progredire, nel tempo, non solo il livello degli articoli, ma anche quello degli autori. Questi ultimi, infatti, instaurano con la redazione un rapporto professionale mirato non tanto alla pubblicazione, quanto piuttosto alla maturazione stilistica del singolo attraverso un continuo dialogo. Prendersi cura dei propri autori è una sfida essenziale: solo con un rapporto duraturo, infatti, è possibile migliorare, articolo per articolo, giorno dopo giorno il livello generale della testata.

Sopra “Giornali”, immagine di Michael Gaida da Pixabay 

La forza della fiducia

Come ogni ricetta che si rispetti, anche quella per preparare un giornale non è intoccabile: a volte bisogna cambiare le dosi, modificare gli ingredienti, sperimentare una nuova preparazione oppure cambiare completamente strada. Ogni equilibrio si regge sopra un elemento – le persone – in continua evoluzione, e non bisogna mai dare per scontato qualcosa o qualcuno così come è necessario avere sempre a disposizione un piano B.

Forse, però, il vero ingrediente indispensabile è la fiducia nelle persone. “Nessun uomo è un’isola” scriveva John Donne: diventa indispensabile, allora, che i ponti che collegano i diversi elementi di una redazione siano saldi e sicuri. Direttore, caporedattore, social media manager e autori, tutti devono impegnarsi nel dare fiducia al lavoro degli altri perché soltanto così diventa possibile collaborare, cioè lavorare insieme.

Vi abbiamo raccontato i quattro punti fondamentali per aprire una nuova testata giornalistica: non vi resta che mettervi all’opera, e fidarvi delle persone con cui deciderete di intraprendere questo cammino. Perché senza la fiducia reciproca la strada da percorrere sarà solo in salita.

Francesco Faccioli – Davide Lamandini

(In copertina immagine di StartupStockPhotos da Pixabay)

Sull'autore

Classe 2000. Mi piacciono le storie, qualsiasi sia il mezzo che le fa circolare o la persona che le racconta. Credo nella letteratura, nel tempo che passa e nelle torte al cioccolato per le giornate più tristi. Aspetto con impazienza domani e, nel frattempo, leggo, scrivo e traduco qualche lingua morta persa in un passato lontanissimo.
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