Cultura

Quattro consigli per la mia estate “zero waste”

Zero waste

In un contesto di crisi dei rifiuti, in cui produciamo troppo e scartiamo molto più di quanto siamo in grado di riciclare, è fondamentale acquisire nel quotidiano delle buone abitudini anti-spreco: l’obiettivo della retezero waste” consiste nel promuovere comportamenti responsabili di produzione e di consumo, nel rispetto dell’ambiente e della salute umana.


Alle elementari, durante l’ora di educazione civica, ci parlarono del riciclo: la carta e il cartone nel bidone blu, la plastica in quello giallo, il vetro nel verde. Ci spiegarono che in questo modo tutti i nostri rifiuti sarebbero stati portati in fabbriche speciali dove li avrebbero convertiti in qualcosa di nuovo.

Oggi, quasi dieci anni dopo, cresce sempre più la consapevolezza che riciclare non sia più sufficiente: ogni giorno produciamo troppi rifiuti perché questi possano essere convertiti interamente in qualcosa di nuovo. Peraltro la maggior parte dei materiali gettati è plastica o altri derivati del petrolio, difficilmente riciclabili, che quindi spesso finiscono nelle discariche o direttamente in mare.

Inoltre, la fabbricazione di questi prodotti, insieme agli allevamenti intensivi, ai trasporti e alla produzione di energia, è una delle principali cause del riscaldamento globale.

Zero waste

Nel tentativo di contrastare questo fenomeno, da diversi anni è nato un movimento denominato “zero waste”, “senza sprechi”, composto da persone che si impegnano nella vita quotidiana per fare scelte alternative alla plastica e ai prodotti usa e getta. Questo non vuol dire, beninteso, produrre davvero una quantità nulla di rifiuti, come spesso blog e pagine su Instagram lasciano intendere: condurre una vita “zero waste” significa sforzarsi di fare la propria parte per ridurre il proprio impatto sul pianeta.

Già da qualche mese ho iniziato ad impegnarmi per ridurre i rifiuti che produco. Sono ben lontana dall’essere “zero waste”, ma sono convinta che ogni piccolo sforzo, se perpetuato e unito a quelli di tutti, possa contribuire a portare un grande cambiamento. Ho quindi creato una piccola lista di ciò che ha funzionato bene per me, adeguandola anche a questi mesi di vacanza.

1. Fresco è bene, senza plastica è meglio

La prima cosa che mi sento di consigliare è l’acquisto di una borraccia termica, suggerimento già sentito, ma davvero molto efficace e facile da realizzare, poiché ne esistono di tantissime marche e ognuno può scegliere quella più adatta alle proprie esigenze. Evita di dover costantemente acquistare bottigliette di plastica e, a mio avviso, ha l’enorme vantaggio di mantenere l’acqua al fresco anche quando fuori ci sono quaranta gradi (la durata media è dodici ore per le bevande fredde e sei per quelle calde).

Inoltre, dal momento che solitamente sono molto colorate, non si corre nemmeno il rischio di scordarsela a casa. Consiglio però attenzione agli amanti delle bevande frizzanti, siccome solo poche borracce specifiche sono adatte a esse.

Sempre nell’ambito delle bevande, altro oggetto molto facile da reperire è una cannuccia riutilizzabile. Si può trovare di svariati materiali: metallo, bambù, vetro solo per citarne alcuni; e solitamente è venduta con una spazzola per pulirla.

Esistono anche degli astucci appositi in tessuto per portarla da un aperitivo all’altro senza sporcare la borsa. Vi consiglio la cannuccia in metallo se volete pubblicare foto particolarmente “Instagram friendly”.

zero waste

2. Se non vuoi plastica in mare, non usarla per mangiare

Passando invece all’argomento cibo, una cosa molto semplice da fare è portarsi dietro un cucchiaino da caffè, perfetto per chi come me è incapace di mangiare un gelato senza ritrovarsi i baffi di Freddie Mercury.

Qualora invece decidiate di portarvi il pranzo in spiaggia, vi suggerisco di provare delle alternative alla pellicola trasparente o ai sacchetti dell’Ikea. Alcune possono essere i bee wraps, pezzi di tessuto imbevuti di cera d’api che avvolgono il panino sostituendo la pellicola (esiste anche la versione vegana) oppure i sacchetti di silicone, lavabili e riutilizzabili all’infinito, perfetti anche per congelare gli alimenti.

Online vendono anche delle buste di tessuto impermeabile, ideate proprio per i panini da asporto, anche queste lavabili e riutilizzabili.

Zero waste

3. Un barattolo utilizzato è un barattolo guadagnato

Parlando di prodotti per il corpo, mi sento di dover parlare di crema solare, la più valida alleata dei mesi estivi, visto che contiene spesso prodotti chimici che, una volta rilasciati in mare dalla nostra pelle, danneggiano i fondali e soprattutto i coralli. Inoltre, viene venduta al 99% in bottigliette di plastica.

Per fortuna, da qualche anno sono arrivate sul mercato alcune protezioni solari create da aziende indipendenti, solitamente in formato cremoso e con solo un barattolo di metallo come confezione.

Per essere davvero certi che non siano dannose per gli oceani, controllate gli ingredienti e verificate che abbiano certificazioni sul rispetto dei fondali marini.

Si possono trovare in un formato simile anche i deodoranti, naturali e assolutamente funzionanti anche con le temperature più alte, venduti in una confezione di acciaio o alluminio. Quest’ultimo inoltre, una volta finito il suo contenuto originario, è ottimo per portare in valigia, shampoo e balsamo in formato solido, evitando così la scocciatura della bustina trasparente negli aeroporti.

4. Uno per tutti

Un mio grande alleato in questi mesi estivi è l’olio di cocco. Si trova in qualsiasi supermercato, accanto a quello di oliva o di girasole. È cremoso, ma si scioglie con il caldo. Io lo uso principalmente sui capelli prima di andare in spiaggia, come protezione contro il sole e la salsedine, tuttavia si può utilizzare in mille modi: può fungere da doposole e da struccante, è ottimo per cucinare, per rimuovere le etichette dai barattoli o come sostituto alla crema per il rasoio.

A questo proposito, vi consiglio assolutamente di munirvi di un rasoio in acciaio: ha la stessa funzione di quelli usa e getta ma, invece di buttarlo nella spazzatura quando ha perso il filo, possono essere cambiate solamente le lame. Penso sia un fantastico investimento, sia per gli uomini che per le donne, perché dura all’infinito, si potrebbe persino lasciare in eredità a figli e nipoti.

Comprare meno, vivere meglio

Tutte queste azioni sono molto semplici e nessuna di esse ha un impatto enorme. Ciò che però portano nella vita delle persone, secondo me, è ineguagliabile sotto tanti punti di vista. Innanzitutto insegnano il valore del denaro: siccome la maggior parte degli oggetti che ho elencato costa anche decine di euro, si è portati a riflettere su cosa ci occorra realmente e di cosa possiamo fare a meno.

A mio avviso però, la cosa più importante è il messaggio che mandano. Ogni volta che si utilizza uno shampoo solido o si beve da una borraccia si sta comunicando che non si vuole acquistare un determinato prodotto. Un esempio lampante è la quantità di cibo vegano oggi disponibile sul mercato, inimmaginabile solo qualche anno fa. Se la comunità zero waste continuasse a crescere, si potrebbero raggiungere risultati ancora maggiori.

Nei miei sogni, parecchio utopistici, si potrebbe addirittura arrivare al punto di non dover mai più creare oggetti dannosi per il pianeta, ma riuscendo a trovare il modo di vivere in armonia con il mondo che ci ospita.

Alice Buselli

(In copertina rielaborazione grafica di Rudy and Peter Skitterians da Pixabay, a cura di Davide Lamandini)


Per approfondire, scopri Ambiente, il nostro percorso tematico dedicato!

Ti potrebbero interessare
CulturaInterviste

Shakespeare, e noi – Intervista ad Andrea Pennacchi

Cultura

Il nichilismo nei giovani: cos’è? come sconfiggerlo?

CulturaSport

Calcio e omosessualità (e non solo): fare coming out è ancora un tabù 

CulturaSport

Atleti senza confini: gli oriundi nella Nazionale italiana