Cultura

Pride Month – Un vocabolario pronto all’uso


La comunità LGBT+ è un mondo eterogeneo, pieno di sfumature, ignorate soprattutto da chi non vi appartiene. Questa percezione di estraneità spesso dà luogo a dinamiche offensive e discriminatorie: in occasione del Mese del Pride, l’articolo vuole proporre un vocabolario utile alla conoscenza e al rispetto.


La notte del 28 giugno 1969 si compie l’ennesima retata della polizia a Stonewall Inn, un celebre locale gay di New York. I clienti, stanchi della brutalità ingiustificata delle forze dell’ordine, iniziano ad opporsi e a colpire a loro volta i poliziotti.

In mezzo alla mischia una donna transgender, Sylvia Rivera, scaglia una bottiglia contro un agente, dando il via ad una vera e propria rivolta contro le squadre anti-sommossa poi giunte sul posto, con oggetti di vetro e pietre tirati dai manifestanti, dalla durata di alcuni giorni.

Sarà in memoria di queste giornate, le prime vere e proprie proteste da parte della comunità LGBT+, che verrà istituita la marcia da cui nascerà il Gay Pride odierno.

Da allora, durante il mese di giugno, le piazze di tutto il mondo si riempiono dei colori della bandiera arcobaleno per rivendicare diritti e uguaglianza nei confronti delle persone LGBT+, ovvero coloro con un’identità di genere o un orientamento sessuale differente da ciò che è ritenuto “ normale”.

pride comunità LGBT

La comunità LGBT+ è molto variegata, con milioni di sfumature, che spesso risultano artificiose e quasi ridicole viste dall’esterno.

Per questa ragione propongo un piccolo vocabolario con definizioni di alcuni concetti principali, utile a comprendere queste realtà e ad orientarsi fra i prossimi articoli che approfondiranno la tematica per onorare il Mese del Pride e il cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall.

Sesso biologico

Il sesso biologico corrisponde prevalentemente ai cromosomi sessuali Y o X, dai quali derivano i connotati fisici (pene, vagina, seni, barba…).

Oltre al sesso maschile e a quello femminile si possono verificare casi di persone che presentano caratteristiche fisiche sia maschili che femminili, oppure genitali dalla forma ambigua: si parla allora di intersessualità, che talvolta viene inserita nella sigla “LGBTQIA+”, non rappresentata dalle altre lettere in quanto non legata all’orientamento sessuale o all’identità di genere.

Identità di genere

Il genere è la gamma di caratteristiche sociali che distinguono la mascolinità dalla femminilità o, in maniera più semplicistica, gli uomini dalle donne.

Un esempio: io mi identifico come donna perché mi riconosco in una serie di caratteristiche ad essa collegate. Essendo anche una femmina (in termini di sesso biologico), si può dire che io sia una persona cisgender.

Qualora l’identità di genere di qualcuno differisca dal suo sesso biologico si ha un esempio di persona transgender, la “T” presente nella sigla “LGBT+”.

Spesso le persone transgender decidono di intraprendere percorsi di cure ormonali e operazioni chirurgiche per adeguare la propria immagine all’identità di genere.

pride comunità LGBT

Espressione di genere

L’espressione di genere riguarda il nostro aspetto esteriore e quanto questo, a prescindere dal sesso biologico e dall’identità di genere, si avvicini ai canoni di mascolinità o femminilità.

Indossare maglie a fantasia, avere i capelli lunghi e talvolta un filo di trucco sono espressioni di genere femminile, che suggeriscono l’identificazione di una donna; viceversa, una lunga barba è espressione di genere maschile.

Qualora l’incasellamento di una persona in uno di questi generi non sia immediata, si parla di espressione di genere androgina.

Orientamento sessuale

L’orientamento sessuale indica il sesso – o i sessi – da cui si è attratti fisicamente: l’attrazione verso persone di sesso opposto prende il nome di “eterosessualità”, quella per persone del proprio stesso sesso si definisce invece omosessualità. Ad esse si riferiscono le prime lettere della sigla “G” ed “L”, rispettivamente indicative di “gay” e “lesbica”, seguite da “B” che sta per bisessualità, l’attrazione verso entrambi i generi.

Esistono molti altri orientamenti di cui si tratterà nei prossimi articoli: per il momento mi limito a citare l’asessualità, cioè l’assenza di attrazione verso qualsiasi genere, che talvolta compare nella dicitura “LGBTQIA+”.

pride comunità LGBT

Pride: un’occasione per educare alla diversità

L’educazione passa attraverso la conoscenza e la consapevolezza delle differenze presenti nel mondo, dove, spesso, solo certe caratteristiche – come l’essere bianchi, magri, cisgender e in una relazione eterosessuale – sono considerate “normali”.

Basti osservare la produzione televisiva e cinematografica: fino a pochi anni fa i protagonisti erano quasi esclusivamente persone bianche ed eterosessuali, la maggior parte uomini e solitamente magri. Spesso, un regista che decide di girare un film con una predominanza di personaggi esponenti di minoranze viene criticato per aver presentato una situazione non realistica, dando quindi l’idea che persone di colore, omosessuali o transgender siano al di fuori della norma.

L’educazione è l’arma più potente che abbiamo per cambiare il mondo

Nelson Mandela

Il sesso, il colore della pelle, l’orientamento sessuale determinano privilegi e forme di discriminazione. Queste caratteristiche non dipendono dalla nostra volontà: non scegliamo noi di nascere con una determinata identità di genere o un certo colore della pelle, giochiamo semplicemente alla grande lotteria della vita, poiché queste cose ci avvantaggeranno o meno nel corso della nostra esistenza. Dunque, conoscere almeno in parte questi aspetti di altre persone ci aiuta a comprendere meglio e a evitare di ferire qualcuno, sia pure involontariamente, o di contribuire alla formazione di una società ineguale.

Purtroppo, non basta essere “tollerati” dalla società, non poter essere picchiati per strada o discriminati sul lavoro – almeno dal punto di vista giuridico, dato che episodi di questo tipo in realtà accadono di frequente. Per poter raggiungere davvero l’uguaglianza è necessario che ogni minoranza sia compresa e rispettata e ciò è possibile solamente attraverso l’educazione ed il dialogo.

Spesso si sentono frasi come “Ora essere gay è una moda”, oppure “I bisessuali sono indecisi”, o “I trans sentono di appartenere al sesso opposto”, senza che chi le pronunci si renda conto di invalidare così le esistenze di migliaia di individui, in un’azione non dettata da cattiveria, bensì da ignoranza o mala informazione.

Non ho la presunzione di ritenere che il mio breve articolo possa risolvere questi problemi, non l’ho scritto per quello. L’ho ideato, invece, pensando a tutti gli amici, genitori, fratelli e sorelle di membri della comunità LGBTQIA+ che si sentono confusi dai tanti termini e che, spero, ora potranno comprendere i loro cari ed esprimere il loro supporto con un vocabolario più ricco.

Per concludere, felice Pride!

Alice Buselli

(In copertina Tristan Billet, da Unsplash)


Per approfondire, visita Pride, il nostro percorso dedicato!

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