Cronaca

Continua lo scontro social tra Saviano e Salvini

Lo scorso 20 marzo è stato confermato il processo per diffamazione nei confronti di Roberto Saviano. Lo scrittore andrà a giudizio per aver definito Matteo Salvini “Ministro della Mala Vita” .

In una lunga intervista sulle pagine de “La Repubblica”. Il noto autore del bestseller Gomorra ha dichiarato che il processo per diffamazione nei confronti di Matteo Salvini è stato confermato. Non una parola di scuse o di pentimento da parte dell’imputato che, anzi, mantiene ferma la sua posizione a riguardo. Queste le forti parole che danno inizio all’intervista: “Sì, confermo la notizia. Verrò processato. Verrò processato per aver definito il ministro dell’Interno “ministro della Mala Vita“. Continua poi rimarcando il suo pensiero: “Ribadisco pienamente la mia definizione, ne difendo la legittimità e vado con serenità e con certa fierezza a farmi processare. Io, cittadino come tanti, come tutti, sarò processato; il ministro, invece, ha deciso di sottrarsi al processo, seriamente e giustamente spaventato dal fatto che la sua condotta nel caso Diciotti possa farlo condannare“.

Riguardo la questione Diciotti, risalente ad agosto 2018, si schiera a favore dell’esponente della Lega il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli. Lo stesso che precedentemente, in una lunga lettera di autodenuncia, aveva confermato la propria partecipazione nell’impedimento dello sbarco. L’accusa è di sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere, che corrisponde all’articolo 605 del codice penale. Attualmente i due ministri rischiano fino a 15 anni di reclusione. Altra pesante accusa di Saviano è la presunta coalizione tra la Lega Nord e Cosa Nostra, mascherata, secondo il giornalista, dalla presenza di Matteo Salvini il 25 aprile a Corleone. L’intento sarebbe quello di trasformare la celebrazione nazionale in un “derby tra fascisti e comunisti” per, lascia intendere, aggraziarsi la destra radicale.

È ormai noto a tutti lo scontro mediatico tra il Ministro dell’Interno e il giornalista casertano, acceso da tempo. Le divergenze di pensiero sono ben definite: da una parte Saviano denuncia la politica idealista adottata dal neo ministro con particolare attenzione alle considerazioni di quest’ultimo in merito a questioni come i migranti e il Sud Italia. Salvini al contrario punta il dito verso quello che definisce uno “Pseudo scrittore che non capisce quello che legge”.

Quello che però sembrava un diverbio nato sui social e proseguito nei salotti di vari talk si sta trasformando in un vero e proprio processo giudiziario. La scintilla che ha portato alla futura udienza è stata la partecipazione del Ministro al programma politico Agorà, in cui ha messo in dubbio il reale bisogno di una scorta con cui il suo “avversario” convive ormai da anni. Situazione scaturita da una reale minaccia all’incolumità della persona, non ritenuta tale però dal ministro che fa riferimento a fondi pubblici impiegati per garantire la sicurezza dello scrittore. Quest’ultimo, utilizzando un’espressione coniata da Gaetano Salvemini, risponde a tono definendo l’ormai rivale di pensiero “Ministro della malavita”. Arriva immediatamente la risposta mascherata di ironia di Salvini che afferma: “Voglio raddoppiare la scorta a Saviano, che poi se gli toccano un’unghia è colpa mia”. Attualmente Saviano si dichiara tranquillo all’idea di presentarsi in aula e far valere il suo diritto di libero cittadino.

La nomina a ministro del maggior esponente della Lega risale alla creazione del Governo Conte, in carica a partire dal 1º giugno 2018. Da allora il Paese si è spaccata nettamente in due: Saviano dà voce a coloro che ritengono la nuova politica oppressiva e radicale con riferimenti diretti al Ministro Salvini. Il suddetto si ritiene invece rappresentante di un popolo stanco della situazione politica e sociale in cui risiede da anni.

Nonostante l’imminente udienza i due animi continuano a scaldarsi a suon di tweet, senza uso di mezzi termini. Da una parte Saviano, conosciuto al pubblico soprattutto per il suo coraggio nel denunciare ed esprimere opinioni riguardo delinquenza e criminalità, dall’altra un neoministro capace di trascinare le folle. Due personalità molto forti a confronto che rappresentano una reale difficoltà nello schieramento. Se per alcuni l’audacia di Saviano è da ammirare, per altri la questione è diventata ormai quasi un accanimento e la citazione in giudizio è più che giustificata. Precedenti insinuazioni poco gradevoli riguardo il Sud Italia, da parte di Salvini, lasciano pensare molti al fatto che lo scontro con Saviano sia ormai diventato una questione quasi personale.

Tea Zgjama

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