Ieri, Giovedì 23 Maggio, Piazza San Francesco a Bologna ha ospitato l’evento di chiusura della campagna elettorale in Emilia Romagna della lista PD – Siamo Europei. Sul palco, tra gli altri, c’erano Carlo Calenda, capolista nella circoscrizione Nord-Est ed ex Ministro dello Sviluppo Economico nei governi Renzi e Gentiloni, e lo stesso Paolo Gentiloni, ex Presidente del Consiglio e attuale Presidente del Partito Democratico.
Alle 18.30 i primi a parlare sono stati Luigi Tosiani, segretario del PD di Bologna, e Paolo Calvano, segretario regionale del PD, i quali, oltre ad aprire l’evento con i loro saluti, non hanno mancato di ricordare il ventisettesimo anniversario della Strage di Capaci, uno degli episodi più drammatici della storia della nostra Repubblica in cui il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre membri della loro scorta furono uccisi in un attentato ordito da Cosa Nostra.
Dopo di loro è toccato a Carlo Calenda, che negli ultimi mesi, una volta entrato ufficialmente a far parte del PD, ha dato vita al manifesto Siamo Europei, che è poi confluito in una lista unitaria insieme al PD di Nicola Zingaretti per le Elezioni Europee che si terranno questa domenica. Durante il suo intervento, Calenda ha ribadito l’importanza del riportare il dibattito politico nelle piazze per riportare al voto gli elettori sfiduciati, dimostrando come la scelta di Piazza San Francesco per ospitare l’evento non sia stata affatto casuale; l’ex ministro si è poi scagliato contro l’attuale governo italiano, accusandolo di voler portare l’Italia nella Serie B dei Paesi dell’UE insieme a stati come Ungheria e Polonia, che sono ormai apertamente in contrasto con i Paesi fondatori dell’Unione; e illustrando l’importanza di alcune statistiche negative di cui spesso il governo sminuisce il valore senza ricordare che esse non rappresentano soltanto dei numeri, ma hanno anche importanti ripercussioni negative sulla vita reale dei cittadini italiani.
In seguito è toccato agli amministratori locali: Virginio Merola, Sindaco di Bologna, ha lanciato tre importanti proposte (aumento dei salari netti, rilancio della green economy e aumento degli investimenti su istruzione e formazione) e ha ribadito il carattere social-democratico del centrosinistra italiano insieme al ruolo della città nel panorama sociale, politico ed economico del nostro Paese; il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini si è invece soffermato sulla questione regionale di una richiesta di maggiore autonomia nei confronti del governo e sui dati che premiano l’efficacia del lavoro svolto in Emilia-Romagna, regione che vanta oggi il secondo surplus commerciale più alto di tutta Europa; la sua vice Elisabetta Gualmini, anche lei candidata in queste Elezioni Europee, oltre a rivendicare i diritti di tutte le donne – lavoratrici e non – ha parlato di alcuni casi emblematici come quello della docente di Palermo che di recente è stata sospesa e multata per una lezione in cui i suoi alunni paragonavano alcuni atteggiamenti di Matteo Salvini a quelli di Benito Mussolini nel ventennio fascista; inoltre, nel ricordare la figura di Antonio Megalizzi, il giovane reporter italiano che sognava un’Europa più unita e che è rimasto vittima di un attentato nei mesi scorsi proprio a Bruxelles, la Gualmini non ha mancato di sottolineare la scarsa importanza attribuita a questo drammatico evento da parte del governo italiano. Ultimo, ma non per importanza, l’ex premier Paolo Gentiloni, che ha evidenziato tutte le contraddizioni interne al governo Lega – Movimento Cinque Stelle e ha ribadito l’importanza del ruolo dell’Europa nel combattere unita contro i nazionalismi; da Presidente del Partito Democratico, inoltre, Gentiloni non ha mancato di confermare con forza che il PD non aspira ad una possibile alleanza con il M5S, ma piuttosto mira a recuperare quella parte di elettorato che, delusa in questi anni dal centro-sinistra, ha votato per il Movimento alle scorse elezioni politiche del 2018.
Dalla chiusura di questa campagna elettorale è emerso quindi un PD consapevole di non partire affatto sconfitto in queste elezioni e dunque desideroso di lottare per l’Italia e per l’Europa, un’Europa sicuramente bisognosa di cambiare ed essere realmente più unita e vicina ai bisogni multiculturali dei propri cittadini; l’approccio conservatore degli euro-burocrati andrà dunque rivisto ma l’importanza della vera politica non dovrà mai essere dimenticata o soppiantata dallo “sfascismo” dei sovranismi.
C’era il sole su Bologna, dopo diverse giornate in cui la primavera sembrava tardare ad arrivare: questa giornata e queste elezioni potrebbero essere dunque il simbolo di una nuova primavera per l’Italia, per l’Europa e per il centrosinistra italiano, di cui il PD resta senza ombra di dubbio la forza trainante; il motto questa volta è davvero semplice: l’Italia è più forte di chi la vuole debole.
Duilio Rega