
Le Elezioni Europee si stanno avvicinando e noi di Giovani Reporter abbiamo deciso di impegnarci affinché i nostri lettori arrivino al voto informati. A partire dal 13 maggio pubblicheremo una serie di articoli di approfondimento sulle principali famiglie politiche presenti al Parlamento Europeo, l’istituzione che il 26 maggio saremo chiamati a rinnovare. Dopo un articolo sulla sinistra radicale, la GUE, arriva la seconda puntata, dedicata ai liberali di ALDE.
Il Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, più comunemente conosciuto come ALDE, è un gruppo politico del Parlamento europeo composto da due partiti politici europei, il Partito dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE) e il Partito Democratico Europeo (PDE). L’ALDE nasce nel 2004 e nel suo processo di formazione non si può non considerare il contributo del partito italiano La Margherita; ai tempi, infatti, il suo presidente Francesco Rutelli fu uno dei principali promotori dell’alleanza tra eurodeputati liberali, democratici, riformatori, centristi e liberal-sociali. Nell’ottava legislatura del Parlamento europeo (2014-2019) l’ALDE, grazie ai suoi 68 europarlamentari, rappresenta il quarto gruppo per numero di seggi e compone la maggioranza insieme al Partito Popolare Europeo (PPE) ed al Partito Socialista Europeo (PSE). Dal 2009 il suo presidente è Guy Verhofstadt, ex primo ministro del Belgio.

Chi fa parte dell’ALDE?
L’ALDE è un’alleanza a forte trazione ideologica liberale ed europeista ed attualmente vi aderiscono 60 partiti nazionali provenienti da 38 diversi Paesi europei, nonostante alcuni di questi non facciano ancora parte dell’Unione Europea; i partiti aderenti appartengono politicamente in prevalenza al centro ed al centro-destra ma nell’ALDE c’è spazio anche per diverse formazioni politiche di centro-sinistra, sebbene queste ultime siano riuscite ad eleggere soltanto due europarlamentari nella scorsa legislatura europea. In Italia c’è un solo partito che aderisce all’ALDE, Più Europa (+E), guidato da Emma Bonino e coadiuvato dal movimento dei Radicali Italiani.
Il programma
Facendo fede alla propria visione liberale, il programma politico che l’ALDE propone in queste elezioni mira a:
- Implementare le capacità del Mercato europeo comune attraverso un’ulteriore riduzione delle frontiere interne e la sottoscrizione di nuovi e migliori accordi economici internazionali;
- Promuovere lo sviluppo sostenibile per combattere il cambiamento climatico;
- Rinnovare l’UE con nuove politiche democratiche capaci di renderla più prospera e sicura, più trasparente e competitiva, aprendo eventualmente all’ingresso di nuovi Stati Membri;
Il presupposto fondamentale di questo manifesto del liberalismo europeo è dunque la convinzione che soltanto una maggior cooperazione all’interno di un’Europa più unita ed efficiente potrà renderci finalmente capaci di affrontare le sfide del nostro tempo, quali la digitalizzazione, la globalizzazione, l’immigrazione e, non ultimo, il cambiamento climatico. Nello specifico, l’intento è quello di iniziare a compiere i primi passi verso i cosiddetti “Stati Uniti d’Europa” attraverso una reale politica estera comune europea, una difesa comunitaria affidata ad un vero e proprio esercito europeo ed una migliore gestione comune dei flussi migratori con nuove politiche d’asilo per migranti economici e rifugiati. Queste proposte rappresentano dunque l’antidoto dei liberali dell’ALDE contro il veleno dei crescenti nazionalismi e populismi, europei e non.
I candidati
Attraverso il metodo dello “spitzenkandidat”, ogni partito europeo nomina il proprio candidato alla presidenza della Commissione Europea; in seguito, pur non essendoci una norma che lo imponga espressamente, il Parlamento europeo una volta insediatosi elegge il candidato del partito che ha ottenuto più seggi. Nonostante anche quest’anno sia accreditato come terza o quarta forza dell’europarlamento, l’ALDE ha deciso comunque di proporre ben 7 “spitzenkandidaten” , definendoli come il proprio “Team Europe”:
- Emma Bonino, leader di +Europa e personaggio simbolo di tante battaglie del liberalismo radicale italiano ed europeo;
- Margrethe Vestager, della Sinistra Radicale danese, già Commissario europeo per la concorrenza e rappresentante dell’ALDE durante il dibattito di quest’anno tra gli aspiranti presidenti della prossima Commissione UE;
- Guy Verhofstadt, dei Liberali e Democratici Fiamminghi, attuale presidente e capogruppo dell’ALDE ed ex Primo Ministro belga;
- Luis Garicano, membro del partito spagnolo Ciudadanos ed attuale vicepresidente dell’ALDE;
- Nicola Beer, segretaria generale del Partito Liberale Democratico tedesco (FDP);
- Violeta Bulc, del Partito del Centro Moderno sloveno;
- l’ungherese Katalin Cseh, la più giovane di tutti gli “spitzkandidaten”, nata nel 1988;
Quest’anno, tuttavia, il Presidente della Commissione Europea potrebbe essere eletto con un metodo alternativo a quello dello “spitzenkdandidat; pertanto, le difficoltà nel mettere tutti d’accordo sul nuovo metodo da utilizzare potrebbero facilmente allungare i tempi necessari all’elezione del Presidente.
Il futuro Europarlamento
Sono in molti gli addetti ai lavori che guardano con timore alle elezioni europee di quest’anno per via dell’ondata populista e sovranista che, dopo aver già travolto molti Paesi europei, potrebbe ora abbattersi sull’UE. Salvo sconvolgimenti dell’ultima ora, però, PPE e PSE dovrebbero riuscire a tenere a bada gli estremisti perdendo soltanto pochi seggi rispetto al passato; ciò non toglie che la pressione dei partiti anti-sistema aumenterà e quasi sicuramente il PPE ed il PSE saranno costretti a coinvolgere altre forze politiche nel governo del Parlamento europeo. In quest’ottica, il partito più accreditato per determinare la composizione della nuova maggioranza è decisamente l’ALDE, in quanto ha già svolto questa funzione politica nell’ultima legislatura e per la propria natura liberale rappresenta l’avversario ideologico che più di tutti ha il dovere di lottare contro il sovranismo. Il ruolo dell’ALDE come “ago della bilancia” della politica europea è già stato ufficiosamente legittimato dall’intervento del Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, che con il suo partito nazionale “En Marche” ha deciso di presentarsi a queste elezioni con una lista ad hoc dal nome “Renaissance”, coalizzandosi proprio con l’ALDE poiché è sicuramente quest’ultimo il partito europeo che sembra avere il maggior potenziale strategico in questo momento e soprattutto più punti e valori in comune con il neonato movimento macroniano.
Dopo le elezioni, inoltre, l’ALDE si scioglierà per creare un nuovo partito politico europeo insieme a Macron; la creazione di una nuova casa del centro liberale europeo non fa altro che legittimare ulteriormente il peso che avrà l’ALDE, o meglio il soggetto che da esso nascerà, nella prossima legislatura europea.

L’ALDE in Italia: Più Europa
In Italia, l’ALDE è celebre per aver rifiutato la richiesta del MS5 di entrare nell’alleanza, in quanto i valori del Movimento non sono stati ritenuti in linea con quelli dell’ALDE; come abbiamo già visto, quindi, c’è un solo partito candidato per l’ALDE nel nostro Paese ed è Più Europa.
+E nasce nel 2017 come lista elettorale di stampo liberale ed europeista (in cui confluiscono diversi movimenti civici e il Centro Democratico) per le elezioni politiche italiane del Marzo 2018, riuscendo a conquistare 3 seggi alla Camera ed 1 al senato; questa esperienza si concretizza ufficialmente in un vero e proprio partito nel Congresso di Milano del Gennaio 2019, in cui viene eletto come primo segretario Benedetto Della Vedova (allievo di Marco Pannella, uomo simbolo del radicalismo italiano del secondo Novecento). La guida spirituale e morale del partito è invece Emma Bonino, compagna di tante battaglie dello stesso Pannella, e proprio la Bonino è l’unica italiana candidata alla presidenza della Commissione Europea. Sebbene, come abbiamo già detto, risulta difficile che possa essere l’ALDE ad eleggere il proprio “spitzenkandidat”, per il sempre maggiore peso politico che quest’alleanza sembra destinata ad ottenere nel prossimo Europarlamento non è affatto da escludere che a qualcuno dei suoi “spitzenkandidaten” non eletti possa essere riservata un’alta carica all’interno della legislatura europea che verrà; alla luce di questo, una figura come quella di Emma Bonino meriterebbe sicuramente non poca considerazione in tal senso in quanto ha già ricoperto diversi incarichi all’interno dell’UE e perché inoltre, per via delle tante battaglie politiche da lei sostenute negli anni, sarebbe il simbolo ideale per la nuova Europa che avrà il dovere di combattere il sovranismo e il populismo con politiche che siano davvero vicine alle esigenze dei tanti che hanno bisogno di essere più ascoltati dalle istituzioni.
Emma Bonino è candidata all’Europarlamento nella circoscrizione Centro; tra i più interessanti candidati nelle liste di +E troviamo anche: il segretario Della Vedova e la giovane Martina Riva nel Nord-Ovest; il sindaco di Parma e leader del movimento Italia in Comune Federico Pizzarotti ed il celebre storico dell’arte Philippe Daverio nel Nord-Est; l’ex radicale Marco Taradash nel Centro, lo storico docente ed ex rettore universitario Raimondo Pasquino al Sud e la segretaria dei Radicali Italiani Silvja Manzi candidata in tutte le circoscrizioni.
Le liste di +E hanno dunque il sostegno dei Radicali e di Italia in Comune ma anche degli storici PSI e PRI e di nuove realtà del civismo (ad esempio, i neonati “Cittadini”); con questi il partito punta dunque a migliorare il risultato delle elezioni politiche italiane del 2018, in cui ottenne il 2,6% delle preferenze, con l’obiettivo di superare la soglia di sbarramento del 4% per entrare nel prossimo Europarlamento e provare a portare a termine la cosiddetta “Rivoluzione Liberale”.
Duilio Rega