Il 23 Novembre 2018, durante il mio primo viaggio in Francia, mi recai in visita alla famosissima cattedrale di Notre-Dame de Paris e mai avrei immaginato che, nemmeno cinque mesi dopo, la sua storica guglia e una parte del suo tetto sarebbero scomparsi tra le fiamme di un infausto incendio. Conservo alcune foto di quel mio passaggio nell’Ile de la Cité parigina e del mio ingresso nella cattedrale, ma nulla potrà bastare a descrivere la sensazione che provai ammirando uno spettacolo del genere e muovendo i miei passi dentro 856 anni di storia.
Ricordo che camminando lungo la navata laterale la mia attenzione fu attirata dall’esposizione di tutte le diverse bandiere nazionali appese lungo il corridoio centrale e che, nonostante non siano propriamente considerabili come delle vere opere d’arte, mi fecero subito capire che Notre-Dame non è soltanto un simbolo di Parigi e della Francia, Notre-Dame appartiene a tutti noi.
Non è dunque necessario essere appassionati di arte per amare questa cattedrale e rimanere incantati dalle sue meraviglie, è sufficiente essere umani, così come non è necessario essere francesi per essere orgogliosi di tanta bellezza. Noi siamo europei. Siamo italiani, non francesi, è vero, ma siamo europei. E non solo. Siamo cittadini del mondo e la cattedrale di Notre-Dame non è soltanto un patrimonio artistico e culturale francese, è espressione identitaria dell’umanità intera. Per capirlo meglio basta pensare che vi sono conservate la Corona di spine di Gesù e un pezzo della Vera Croce su cui Egli venne crocifisso, reperti fondamentali nella narrazione della storia di tutti gli uomini, siano essi cristiani o musulmani, credenti o meno. E poi è proprio qui che furono convocati i primi Stati Generali di Francia nel 1302, quando la cattedrale non era ancora stata del tutto completata, ed è sempre qui che Napoleone Bonaparte fu incoronato Imperatore dei Francesi da papa Pio VII nel 1804. È vero, noi non siamo francesi, ma siamo e saremo per sempre innamorati di Parigi. Perché Parigi è di tutti noi e la sua inesauribile forza di superare qualunque tipo di avversità è descritta metaforicamente proprio dalla capacità di Notre-Dame di resistere a dieci secoli di storia, ai danni della rivoluzione francese e addirittura di superare indenne le due guerre mondiali.
Veder bruciare anche solo una parte di questo pezzo di storia è davvero drammatico, ma adesso non è il momento di chiedersi come un tale disastro sia potuto avvenire proprio durante alcune fasi di restauro, questo non deve e non dovrà mai diventare il tempo degli avvoltoi pronti a gioire della tristezza altrui per strumentalizzarla; in questi momenti non può che farsi spazio nei nostri cuori quel sentimento che è più forte di qualunque altro, la speranza: oggi siamo tristi per quello che abbiamo perso ma domani ricostruiremo ciò che ieri le fiamme hanno bruciato, e uomini provenienti da ogni parte del mondo torneranno a sorprendersi e ad emozionarsi per l’incanto che si prova di fronte alla maestosa ed eterna bellezza di Notre-Dame de Paris.
Domani le campane di tutte le chiese di Francia suoneranno insieme a quelle di Parigi e della sua cattedrale; d’altronde Clopin, nel celebre cartone animato Disney, cantava proprio così:
E tutti lo sanno, il segreto è nel lento pulsar delle campane a Notre-Dame
Il gobbo di Notre-Dame
Duilio Rega
(In copertina Leif Linding da Pixabay)