Sabato 13 aprile, in occasione della presentazione ufficiale di Giovani Reporter presso la biblioteca Cesare Pavese a Casalecchio di Reno (Bologna), il caporedattore del nostro giornale, Davide Lamandini, ha aperto il suo intervento leggendo al pubblico una lettera scritta per l’occasione da una delle autrici di punta della redazione, Elettra Domini. Il testo, breve, incisivo e pensato per essere recitato sul palco, con lo stile che ha decretato il successo di articoli come Abbiamo solo perso la via e Il coraggio di avere coraggio, presenta la nostra metodologia di lavoro e i nostri obiettivi e si chiede che ruolo possa ricoprire Giovani Reporter nel panorama, così complesso e vario, del giornalismo contemporaneo.
All’inizio mi era stato chiesto di parlare e, beh, se c’è una cosa che l’idea di scrittore romantico ci ha insegnato, è che chiunque scriva come scrivo io (lasciando in modo così poco professionale libero arbitrio alle emozioni piuttosto che ai fatti) ha seri problemi di comunicazione orale.
Però non potevo perdermi questa bellissima occasione, quindi eccomi qui, in modo alternativo – ma comunque valido – a dire la mia su questo giornale.
Giovani Reporter è nato da noi, è stato nutrito da noi, portato avanti da noi, ragazzi che hanno avuto la faccia tosta di voler condividere le loro emozioni. Ora, molti di voi, giustamente, si staranno chiedendo: per quale motivo leggere un ennesimo blog non ancora affermato (non ancora, temeteci perché stiamo arrivando) che ha un punto di vista così poco neutrale e così tanto coinvolto?
Beh, semplicemente perché non è un giornale. È un posto fatto di gente diversa, con idee diverse, sentimenti diversi, diversi motivi per cui si è trovata ad avere una passione immensa per la scrittura, i video, il teatro, la filosofia. Gente che ama ciò che fa e ama farlo insieme agli altri, che si aiuta, condivide, si diverte, scopre di avere un certo tipo di pensiero per ogni argomento. Ragazzi che provano a trasmettere un messaggio (e al giorno d’oggi è diventato così facile che ci si dimentica non tanto il valore del messaggio stesso, ma il valore che ha il poterlo trasmettere).
Non siamo un giornale vero, di quelli vecchi come tronchi di querce secolari, di quelli considerati “rispettabili”, seri. Noi siamo diversi. Da noi c’è spazio per gli errori, per chi sbaglia, per chi sbaglia più e più volte per trovare la sua strada, c’è spazio per i primi pensieri, ignoranti e primitivi, per le convinzioni ancora brucianti, per i sogni non smentiti. C’è spazio per crescere.
E lo stiamo facendo come vogliamo noi, lo stiamo facendo insieme.
Elettra Domini