Il prestigioso ateneo di Bologna guarda con grande ottimismo alle opportunità sempre più promettenti del mondo della robotica. È notizia di pochi giorni fa infatti, che l’Alma Mater attiverà a partire dal prossimo anno accademico 2019/2020, un corso di laurea magistrale estremamente specializzato nell’ambito della conoscenza delle tecnologie della robotica. Si chiamerà “Intelligenza Artificiale” e nel suo primo anno di sperimentazione accoglierà circa 60 ragazzi, riservando anche una consistente porzione delle iscrizioni ai futuri studenti stranieri.
Si tratta di un corso di laurea assolutamente unico nel suo genere negli atenei italiani per la specialità di settore e per le rosee opportunità professionali che può offrire (solo l’Università “La Sapienza” di Roma proporrà tra i suoi corsi un piano di studi analogo).
L’intenzione è quella di formare delle figure professionali dalle conoscenze applicate in svariati ambiti, che possano comprendere e studiare modelli per l’elaborazione di nuove tecnologie robotiche da sperimentare nella vita di tutti i giorni e nelle situazioni più comuni. Si abbracceranno numerose discipline, dall’elettronica all’informatica, dall’ingegneria alla matematica, ma non saranno trascurati gli ambiti della neuroscienza, della medicina e delle discipline etico-sociali, al fine di poter individuare e perfezionare gli aspetti relativi allo sviluppo di sistemi artificiali sempre più collaudati e sempre più vicini alle caratteristiche psicologiche e comportamentali dell’uomo moderno.
Le aspettative sono dunque estremamente elevate e la collaborazione con aziende specializzate nell’ambito dello sviluppo della neuroscienza robotica saranno parte integrante del percorso formativo che attenderà i futuri studenti di questa facoltà. L’attenzione sarà rivolta anche al dibattito socio-culturale che la robotica da anni ha acceso e sulla quale veleggiano giudizi sempre più vari. Potranno in futuro i robot sostituire definitivamente l’uomo nelle situazioni comuni? E se fosse così, quali sarebbero le ripercussioni di natura etica sulla mentalità dell’uomo a seguito di una rivoluzione tecnologica sempre più espansiva?
Moltissime sono le riflessioni che si possono avviare da questi presupposti; l’idea che in un futuro sempre più prossimo i robot possano essere una valida alternativa all’uomo in moltissimi campi affascina ma allo stesso tempo inquieta. Il sempre crescente sviluppo di tecniche specializzate per l’impiantazione di dispositivi di intelligenza artificiale presenterà in futuro un’opportunità per agevolare i problemi quotidiani, ma allo stesso tempo questa rivoluzione etico-scientifica potrebbe portare a risultati inaspettati in futuro, in alcuni casi anche difficilmente immaginabili.
Potremmo mai rassegnarci all’idea di vedere i nostri figli o i nostri nipoti crescere con l’ausilio di un robot dotato di una mente artificiale evoluta? Potremmo considerare normalità, con l’introduzione dei sexy-robot, – già sperimentati in Giappone da qualche anno – l’esistenza di rapporti sessuali con entità artificiali? Sembrerebbe uno scenario utopico, che pero potrebbe concretizzarsi nel giro di poche generazioni, o, secondo le ipotesi più ottimistiche, entro il prossimo decennio. Si scatenerebbero dunque nuovi interrogativi di natura psicologica e pedagogica che potrebbero fornire slanci per una sempre più forte rivoluzione sociale ed etica di natura globale e quindi un radicale cambiamento delle nostre attitudini e della nostra società del domani. Sono questioni che gli esperti di neuroscienza si pongono domande continue e a cui questo percorso formativo cercherà di offrire stimoli importanti, oltre che un bagaglio culturale di idee ed innovazioni che non potranno fare altro che alimentare con entusiasmo il rinnovamento e l’adeguamento del made in Italy alle nuove frontiere dell’innovazione tecnologica ad alta specializzazione.
Stefano Maggio