Cronaca

Lino Banfi all’UNESCO

Lino Banfi entrerà a far parte della commissione UNESCO italiana.

“…Credo che le commissioni fino adesso si siano fatte con persone che sono plurilaureate in questo, in quell’altro, conoscono bene la geografia, conoscono bene i posti, i siti, tutte cose che io non so, io voglio solo portare un sorriso dovunque.”

Ammetto di essere rimasta piuttosto sorpresa e a tratti leggermente sconvolta nell’apprendere che le meraviglie artistiche e culturali del nostro paese, quelle che tutto il mondo ci invidia, saranno rappresentate all’UNESCO da un comico. Beninteso, Banfi non sarà solo: entrerà a far parte di una commissione di circa cinquanta membri e il suo ruolo sarebbe quello di rappresentante della comunicazione. Purtroppo, diverse affermazioni fatte da lui e dal Vicepremier Luigi Di Maio al momento della nomina – successivamente commentata anche dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini – lasciano intendere che la scelta sia stata compiuta più per ragioni di facciata che non per una reale valorizzazione del patrimonio italiano.

Per prima cosa quel “plurilaureati” usato così, come un insulto, è il simbolo di una mentalità che sta attanagliando la nostra società: ormai avere una laurea è ritenuto inutile, meglio imparare per strada. Acculturarsi o specializzarsi in un settore equivale ad essere “noiosi” o in alternativa si viene additati come “sapientoni”. La gente va in giro sbandierando orgogliosa la propria ignoranza, compiacendosi di non sapere niente (e non in senso socratico). Siccome ha inserito in una commissione così importante una persona del tutto estranea all’ambito in cui dovrà trattare, il Governo manda il messaggio che ormai la preparazione e la competenza siano diventate secondarie e superficiali.

L’Italia è talmente bella che chiunque sarebbe in grado di valorizzarla e difenderla.” ha scritto in seguito Salvini su Twitter. Una simile affermazione da parte di un uomo in quella posizione è un vero colpo al cuore, perché apre gli occhi sul grado di consapevolezza che possiedono i membri del Parlamento sul valore e l’importanza del patrimonio dello stato che amministrano.

Lo stesso Banfi sembra avere le idee confuse in merito. Durante un’intervista ha affermato di voler proporre Canosa di Puglia, suo paese natale, come “patrimonio del mondo” per via delle sue tombe egizie ed etrusche. Quando un giornalista gli ha domandato se fosse proprio sicuro di ciò che diceva, ha risposto frettolosamente: “Comunque sono bellissime.” Giusto per amore di precisione, il regno egizio non si è mai esteso oltre il Nilo, mentre i monumenti storici di Canosa risultano di origine ellenica e non etrusca. Inoltre, egli stesso ha raccontato di essersi domandato, all’arrivo della notizia: “Cosa c’entro io con la cultura?”. Ha anche posto come conditio sine qua non di non dover parlare inglese, non conoscendo la lingua. Cosa che potrebbe rivelarsi problematica, visto che il suo ruolo dovrebbe essere legato alla comunicazione e che L’UNESCO è un’organizzazione internazionale.

Le motivazioni di questa nomina effettuata dal Ministro Di Maio restano piuttosto vaghe e confuse. Alcuni membri dell’opposizione sostengono che sia una manovra per distogliere l’attenzione dalla questione del reddito di cittadinanza.

Sinceramente credo che, a prescindere dalle ragioni, il messaggio in arrivo sia potenzialmente pericoloso: come già detto, inserire una persona incompetente in un posto di tale rilievo, accanto ad esperti e specialisti del settore, pone l’esperienza di tutti sullo stesso piano, senza tenere conto di anni di studio e duro lavoro. Seguendo questo ragionamento, gli stessi capolavori pittorici o scultorei che il mondo ci invidia potrebbero essere paragonati a qualsiasi opera creata da un dilettante appassionato. L’Italia è lo Stato con il maggior numero di patrimoni UNESCO del mondo; abbiamo tra le mani un tesoro inestimabile a livello storico e culturale e continuamente ci macchiamo della colpa di non valorizzarlo, di non trattarlo come meriterebbe. Un atteggiamento così indifferente e superficiale da parte del Governo non fa ben sperare e mi spinge a temere che sarà ulteriormente svalutato.

Vorrei quindi spingere tutti a prendere consapevolezza di ciò e ad informarsi, ad istruirsi ed acculturarsi, senza cadere nell’illusione che questo non sia fondamentale e che l’ignoranza sia una cosa di cui vantarsi. Per concludere, mi piacerebbe rivolgere un messaggio, leggermente ironico, al fautore di questa nomina, il Ministro Di Maio, come se lo avessi di fronte: “Egregio Ministro, per caso Alberto Angela non era disponibile?”

Alice Buselli

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