Politica

Destra al governo in Andalusia

A causa del suo recente passato franchista la Spagna è stata a lungo considerata uno dei pochi paesi europei immuni all’avanzata delle destre nazionaliste. È per questo che l’exploit del partito di estrema destra Vox alle elezioni regionali in Andalusia del 2 dicembre ha lasciato senza parole esperti e sondaggisti. Un partito finora marginale ha conquistato l’11% dei voti in una regione governata per decenni dai socialisti ed è ora stimato sulle stesse percentuali anche a livello nazionale.

Le trattative dopo questa elezione shock sono state molto brevi e ieri è giunta la notizia dell’accordo per il prossimo governo andaluso. Il Partito Socialista (PSOE) sarà all’opposizione per la prima volta in trentasei anni di democrazia e il nuovo presidente sarà Juan Manuel Moreno del Partito Popolare (PP), sostenuto da un’inedita coalizione di centrodestra con Ciudadanos e i nazionalisti di Vox. Una coalizione che, a giudicare dai sondaggi, potrebbe presto confermarsi al governo nazionale qualora nel 2019 venissero indette le elezioni anticipate.

Per Pedro Sanchez è stato il primo, deludente, test elettorale a circa sette mesi dalla nascita del suo governo di minoranza. Il leader del PSOE è diventato primo ministro grazie alla mozione di sfiducia presentata contro il governo Rajoy a cui hanno aderito anche la sinistra di Podemos e vari partiti indipendentisti catalani e baschi. Da allora, però, non ha mai avuto una vera maggioranza in parlamento e non ha fatto progressi sulla questione catalana. La legge finanziaria negoziata con Podemos, di cui si è molto parlato nelle scorse settimane (aumento del salario minimo, taglio delle tasse universitarie, più investimenti nella ricerca e patrimoniale per i più ricchi) non è ancora stata approvata per l’opposizione ostruzionista dei nazionalisti catalani.

È proprio la questione catalana a segnare più di ogni altra cosa il panorama politico spagnolo. L’ascesa di Vox è riconducibile all’inasprimento dei toni ad opera di una parte dei media e dei più radicali tra gli esponenti del PP e di Ciudadanos, partiti in prima linea nel difendere l’unità della Spagna. Dalle recenti indagini demografiche emerge infatti che una delle ragioni più determinanti che hanno spinto a votare Vox è la posizione estremamente centralista e intransigente del partito sul problema catalano.

Intanto, quindici mesi dopo il famoso referendum convocato in maniera unilaterale dal governo di Barcellona, la Spagna è l’unico paese europeo ad avere prigionieri politici; i quali sono sempre più vicini a condanne pesantissime. Emergono così le contraddizioni di una democrazia giovane, nata dopo una difficile fase di Transizione (1975-1982), secondo alcuni rimasta incompleta.

Federico Speme

Ti potrebbero interessare
CronacaPolitica

Stati Uniti, Iran e Israele: il gioco geopolitico nell’era Trump

IntervistePolitica

Un mondo più a destra – Intervista a Piero Ignazi

Politica

Che aria tira a Washington DC? – La sTrumpalata di gennaio 2025

CronacaPolitica

Gisèle Pelicot: “condividiamo la stessa lotta”