La COP24 a Katowice in Polonia è un summit dedicato al cambiamento climatico e quanto questo influirà sulle nostre vite e sul nostro pianeta:entro il 2030 la transizione ecologica dovrà avvenire per tutti gli stati membri
Alcuni giorni fa, numerose delegazioni statali provenienti da paesi di ogni parte del mondo, insieme ad alcuni rappresentanti delle Nazioni Unite, si sono incontrate a Katowice, in Polonia, per dibattere su alcuni dei temi caldi relativi all’impatto ambientale delle attività antropiche e per promuovere misure al fine di scongiurare la previsione, date in accordo unanime da molti scienziati, dell’aumento della temperatura media del pianeta entro fine secolo.
Le linee promosse dall’esecutivo ONU sono quelle già ribadite nel 2015 dall’accordo di Parigi, tra i cui principali obiettivi spiccano la sensibile riduzione di emissioni di gas serra entro il 2030 e l’adozione di nuove fonti di energia rinnovabile.
I membri delle Nazioni Unite hanno inoltre analizzato il resoconto pubblicato dall’IPCC (International Panel on Climate Change), l’organismo internazionale che si occupa, in base ai dati attuali, di poter stilare un’analisi dell’evoluzione climatica tramite modelli meteorologici.
Uno sguardo al futuro
Si è giunti alla conclusione che il lavoro compiuto dai governi non è stato all’altezza delle direttive conclamate a Parigi nel 2015. L’innalzamento delle temperature di oltre 2°C entro il 2100 pare essere ormai una certezza; oltre a ciò si è evidenziato che le emissioni di CO2 sono ritornate a crescere dopo un quinquennio di apparente stallo.
Le attività per la produzione di energia su base rinnovabile, secondo i dati raccolti dallo stesso IPCC, sembrano essere aumentate, seppur leggermente, ma ciò non è ancora in grado di fronteggiare una minaccia climatica che si fa sempre più insistente.
Quest’ultima potrebbe, nel giro di poche generazioni, portare ad una progressiva desertificazione di vaste aree del pianeta e ad un conseguente sfollamento di più di un miliardo e mezzo di persone dalle aree interessate.
Il punto cardine della conferenza è stato il dibattito sull’intensificazione della produzione di energia rinnovabile con la conseguente eliminazione entro il 2030 dell’85% dell’utilizzo di combustibili fossili.
Tuttavia l’uscita degli Stati Uniti dal trattato di Parigi, voluta dal presidente americano Donald Trump, ha lasciato un senso generale di incertezza sulle misure da intraprendere in futuro. Nonostante tutto questo una delegazione americana era presente a Katowice per partecipare alla conferenza, pur senza prendere parte attiva in merito.
La crisi climatica e le nazioni
Il tutto è avvenuto in un clima di forti polemiche e discussioni, tra le quali la più forte riguarda il paese ospitante l’incontro, la Polonia, che non sembra molto intenzionata a introdurre progetti innovativi per l’incentivazione della produzione di energia elettrica su base rinnovabile.
Questo ha portato a forti e accese critiche da parte dei movimenti ambientalisti polacchi contro le più alte cariche del governo, accusato di presunto immobilismo progettuale in merito alle politiche di sostenibilità ambientale.
Uno dei principali obiettivi che le delegazioni si propongono è lo stanziamento di un fondo di 100 miliardi di dollari al fine della salvaguardia ambientale; ma le opposizioni in merito a questa proposta sono tante.
L’interesse dei paesi in via di sviluppo sarebbe promuovere una linea comune a livello nazionale con le direttive ambientaliste proposte dal congresso per un taglio delle emissioni più rapido ed efficiente senza costi aggiuntivi relativamente elevati.
Mentre i membri dei paesi UE riterrebbero la linea proposta maggiormente onerosa e richiedente normative più rigide per quanto riguarda i rapporti tra le richieste internazionali e la questione legata al bilancio interno.
In ogni caso, le richieste ribadite dalla commissione ONU sono chiare e presto ci sarà un duro banco di prova importante per i paesi membri con lo scopo di salvaguardare il clima mondiale da una minaccia che rischia di diventare, senza interventi mirati, un’inquietante e concreta situazione.
Stefano Maggio
(Immagine di copertina di japantimes.co.jp)
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