Il secondo volto più amato dell’editoria italiana, Inge Schönthal, ci lascia all’età di 88 anni: la sua vita è stata d’ispirazione per tutti i giovani italiani
La notizia è di poche ore fa. È morta stanotte la regina dell’editoria italiana e internazionale, quella Inge Schönthal che ha raccolto l’eredità della casa editrice fondata dal marito Giangiacomo Feltrinelli quando quest’ultimo passò alla clandestinità, nel 1969.
Successivamente, dopo la morte in circostanze mai completamente chiarite del coniuge, assunse direttamente il controllo della Feltrinelli rendendola una delle principali case editrici italiane.
Essere Inge Feltrinelli
Nacque nel 1930 a Göttingen tre anni prima che Hitler venisse nominato cancelliere del Reich. Mezza ebrea, da parte di padre, e mezza protestante, da parte di madre, venne salvata dalle persecuzioni dall’ufficiale tedesco Otto che le fece da patrigno.
Incontrò il futuro marito nel 1958, dopo aver girato il mondo, essersi fatta un nome come fotografa e aver conosciuto personaggi importanti dell’epoca come Pablo Picasso, Gérard Philipe, Anna Magnani e Ernest Hemingway.
Rimase al suo fianco fino al 1972, anno in cui Giangiacomo Feltrinelli rimase vittima della deflagrazione della bomba che stava piazzando su un traliccio dell’alta tensione vicino a Segrate (Milano).
Non riuscì mai a trovare un senso a una morte tanto improvvisa, lei che era tanto lontana dall’estremismo della lotta politica del marito, eppure continuò il suo progetto culturale.
Inge e l’editoria del futuro
Un progetto tanto moderno e all’avanguardia che, nel primo periodo di pubblicazione, aveva stampato romanzi geniali come Il Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il dottor Živago, di Boris Pasternak e Sotto il vulcano, di Malcolm Lowry.
L’idea era quella di creare un editore aperto al mondo, alle sue diverse influenze e suggestioni, dove potessero conoscersi, ritrovarsi e parlare intellettuali e pensatori di ogni genere, provenienza e formazione. Quello che oggi è Feltrinelli.
E ci mancherà una persona eccentrica come Inge Feltrinelli, tanto talentuosa e intelligente, tanto rivoluzionaria, che pensava che gli editori dovessero fare tale lavoro “non per diventare ricchi ma per far circolare le idee“. Lei, ultimo baluardo di un mondo che ormai è scomparso per sempre…
Davide Lamandini
(in copertina un’immagine di repubblica.it)