Un boato che fa tremare le finestre. Le fiamme alte nel cielo. Una colonna di fumo visibile nel raggio di chilometri. Questo è lo scenario che si è presentato ai cittadini bolognesi intorno alle 14:00 del 6 agosto, trasformando quella che doveva essere una qualsiasi giornata estiva in un incubo di fuoco e terrore.
Per molti il pensiero va ad una bomba, come il 2 agosto di trentotto anni fa, altri invece deducono che sia stata una scossa di terremoto, mentre la paura si fa strada nei cuori di molti; per fortuna la smentita arriva tempestivamente, impedendo il diffondersi del panico. Non si tratta infatti di un ordigno esplosivo, né di un sisma, ma di un incidente stradale verificatosi sul tratto bolognese dell’A14, a Borgo Panigale, fra un tir e un’autocisterna che trasportava materiale altamente infiammabile, probabilmente GPL.
La dinamica dell’incidente è quella di un tamponamento ad alta velocità: l’autocisterna procede a tutta velocità sull’autostrada, schiantandosi contro il mezzo pesante davanti ad essa, che aveva rallentato per via di un ingorgo. Come ci rivelano le riprese eseguite da una telecamera della Polizia Stradale, i due mezzi prendono immediatamente fuoco, colpendo anche una bisarca che era davanti a loro.
Le fiamme avviluppano l’abitacolo dell’autocisterna e l’intero camion tamponato, tuttavia la situazione sembra comunque essere gestibile: mentre i mezzi di soccorso si affrettano a circondare la scena e a estinguere le fiamme, il traffico defluisce e il tratto viene chiuso, una decisione che ha sicuramente salvato numerose vite. Dopo una decina di minuti dall’incidente infatti la cisterna esplode con una violenza incredibile, avvolgendo tutte e quattro le corsie dell’autostrada e colpendo anche le abitazioni circostanti.
Le conseguenze della detonazione sono apparse subito evidenti ai soccorritori e a chi si trovava nelle vicinanze. L’onda d’urto ha divelto tapparelle e persiane, mandato in frantumi le vetrate, dato alle fiamme molti tendoni e oltre a questi gravi danni fatti alle palazzine, molte persone che stavano osservando dalle loro finestre si sono viste venire incontro una palla di fuoco, riportando vari gradi di ustioni e contusioni dovute ai detriti: stesso discorso per gli agenti delle forze dell’ordine che erano giunti sul luogo, che anzi sono stati colpiti dalla piena forza dell’esplosione.
Inoltre, l’incidente si è verificato su un cavalcavia, che ha ceduto sotto il calore estremo della deflagrazione e del successivo rogo, durato per ore: la voragine apertasi ha inghiottito le due carreggiate dell’autostrada, danneggiando anche gravemente quelle laterali della tangenziale. Tuttavia i problemi per i vigili del fuoco non sono cessati con l’esplosione: questa infatti ha proiettato rottami e detriti incandescenti su tutta l’area, colpendo molte automobili nelle concessionarie sottostanti, veicoli che a loro volta sono andati a fuoco dando ulteriore filo da torcere ai soccorritori.
I feriti sono numerosi, circa 145, di cui la maggior parte è stata tempestivamente ricoverata al vicino ospedale Maggiore, da cui i meno gravi sono stati trasferiti agli ospedali minori di Budrio, Bentivoglio e San Giovanni. Due feriti sono stati trasportati ai centri grandi ustionati di Parma e Cesena, mentre altri, inizialmente quattordici, ora solo quattro, sono in condizioni gravi, sebbene non in pericolo di vita.
Fra i feriti vi sono anche undici carabinieri e agenti della polizia stradale, i primi a rispondere alla chiamata di emergenza in quanto si trovavano già in zona. Molti residenti e passanti hanno riportato lievi ferite, perlopiù tagli e contusioni dovuti a frammenti di vetro e metallo sparsi dall’esplosione, curati anche in loco dalla Croce Rossa. Le prime informazioni davano come unica vittima il conducente dell’autocisterna, il quarantaduenne vicentino Andrea Anzolin, ma qualche giorno dopo l’incidente è stata confermata anche la morte dell’ottantunenne Guido Mattioli, residente nelle vicinanze del ponte autostradale e rimasto coinvolto nell’esplosione.
Numerose le reazioni all’esplosione che i cittadini hanno deciso di raccontare alla stampa. Molti residenti si sono detti scossi e traumatizzati dagli eventi, raccontando ai reporter di come dopo lo scoppio molti, memori della Strage di Bologna, abbiano pensato ad un attentato terroristico, ad una bomba, mentre coloro che non avevano una visuale diretta sull’autostrada o sulla colonna di fumo hanno ricondotto in alcuni casi ad una scossa di terremoto il boato, salvo poi ricredersi una volta scesi in strada. Molto usato è stato il paragone con un film d’azione, con alcuni cittadini che affermano di aver pensato per un momento ad una ripresa cinematografica.
Le autorità locali, come il Comune e la Regione, si sono mobilitate subito per informare i cittadini, sia con un apposito centro allestito sul posto, sia attraverso i social network, tramite i quali hanno diramato segnalazioni e avvertimenti alla cittadinanza. La prima delle voci del Governo a farsi sentire per offrire condoglianze e pensieri è stata quella del Ministro dell’Interno Salvini, seguito poi da Di Maio e dal resto del Consiglio dei Ministri.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è recato oggi in visita ai ricoverati nel centro grandi ustionati di Cesena, ringraziando le forze dell’ordine e i soccorsi, incontrando i feriti più gravi e rimarcando come, vista la gravità e le dimensioni dei fatti, rispetto al numero di vittime, possiamo ritenerci davvero fortunati.
Iacopo Brini